Le opere, provenienti da collezioni private, sono la testimonianza dell’indagine che quattro generazioni di artisti italiani hanno condotto fra le oscurità e la meraviglia dello sguardo, con particolare attenzione alle somiglianze somatiche, agli umori, ai luoghi comuni, alle complessità psicanalitiche e all’infinita sfaccettatura dei caratteri umani.
Gli artisti presenti sono Evangelina Alciati, Cesare Maggi, Matteo Olivero, Pompeo Borra, Jessie Boswell, Cagnaccio di San Pietro, Felice Casorati, Alberto Savinio, Mario Sironi, Gisberto Ceracchini, Alberto Ziveri, Gigi Chessa, Italo Cremona, Aroldo Bonzagni, Anselmo Bucci, Giorgio De Chirico, Ernesto Thayaht, Ferruccio Ferrazzi, Achille Funi, Carlo Levi, Ruggero Alfredo Michahelles (RAM), Nella Marchesini, Cesare Monti, Pietro Marussig, Francesco Menzio, Ubaldo Oppi, Lalla Romano, Enrico Baj, Carol Rama, Giancarlo Vitali, Giacomo Soffiantino, Giosetta Fioroni, Giovanni Testori, Mario Ceroli, Mario Merz, Salvo, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Luigi Ontani, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Thorsten Kirchhoff, Daniele Vezzani, Antonio Nunziante, Giovanni Frangi, Velasco Vitali, Luca Pignatelli, Daniele Galliano, Corrado Zeni, Stefano Arienti, Luca Caccioni, Massimo Kaufmann, Vanessa Beecroft, Livio Scarpella, Giovanni Iudice, Andrea Martinelli, Francesco Vezzoli, Enrico Tealdi, Valerio Berruti, Andrea Barzaghi, Luca De Angelis, Davide Serpetti.
Il progetto si sviluppa in due luoghi opposti del Lago di Como, su due diverse sponde tradizionalmente “lontane”, unite però da una via d’acqua che le accomuna per geografia e cultura: il ramo lecchese e quello comasco, l’area manifatturiera e quella del Grand Tour disseminata di ville storiche. La mostra si prefigura come linea unitaria della stessa identità territoriale con il dichiarato intento di ri-vedere il volto del lago nella sua intera complessità.
VOLTI si inserisce nell’ambito delle iniziative di approfondimento sul tema del ritratto nell’arte, promosse dal Comune di Bellano e dell’Assessorato alla cultura. Lo Spazio Circolo viene allestito come una quadreria, una grande stanza dove i ritratti sembrano vere e proprie presenze in stretto dialogo con il visitatore. A Villa del Balbianello i dipinti si trovano negli ambienti adiacenti alla Loggia, la biblioteca e la sala cartografica, nel salotto e nella camera da letto della madre di Guido Monzino e, integrati con l’attuale collezione di stampe e di libri, amplificano il senso d’identità e la tensione verso la bellezza che rende unico questo luogo.
L’allestimento delle due mostre segue il ritmo di quattro desideri. Allo Spazio Circolo di Bellano si trova il desiderio del collezionista che aggiunge alla propria quadreria un pezzo alla volta, seguendo un ordine “ortogonale”, dove tutto risponde a un criterio democratico della distribuzione degli spazi e tutto è visibile in ugual misura. A Villa del Balbianello di Tremezzina si ritrova il desiderio dello studioso che lascia entrare nella propria biblioteca solo i dipinti che evocano i miti, la filosofia e la letteratura, ogni quadro un significato, dove nulla è lasciato al caso; quello del padrone di casa che ama il controllato caos della vita quotidiana ed esibisce i ritratti della sua famiglia e degli amici come specchio dei momenti di vita vissuta; infine quello tutto al femminile della padrona di casa, che sa di eleganza, cura, autorevolezza , rarefazione, poesia e che gioca a contrasto con una vista lago mozzafiato, tra le più belle del mondo.