Piero Fogliati. La città fantastica

25 Maggio 2024 -
14 Maggio 2024
Atipografia
Arzignano
A cura di Elena Dal Molin
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Negli spazi di Atipografia ad Arzignano prende vita La città fantastica, la mostra personale dedicata all’immaginario creativo di Piero Fogliati

L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Archivio Fogliati, è il primo appuntamento che Atipografia dedica a un artista storicizzato e vede la presentazione di una selezione di dieci sculture realizzate da Piero Fogliati tra il 1968 e il 1993.

Filo rosso della mostra è la ricerca e la costruzione della città fantastica, progetto che l’artista inaugura a partire dai primi anni Sessanta in risposta al progressivo dilagare del fenomeno dell’urbanizzazione e al suo impatto sull’ambiente e sul paesaggio. Nell’opera di Fogliati il disegno assume una valenza progettuale e la scultura diventa momento di realizzazione dell’utopia. Per questo motivo, a completamento della mostra sono esposti una serie di disegni rappresentanti “la città fantastica”. La struttura urbana è la protagonista indiscussa dell’universo creativo di Piero Fogliati, che allo sviluppo tecnologico pervasivo risponde immaginando una città ideale dove ogni unità artificiale interagisce con l’elemento naturale. La “città fantastica” di Piero Fogliati si articola come un vero e proprio progetto urbanistico dove ciascun’opera, interamente realizzata dall’artista, dalle viti e ai bulloni che la compongono, attinge alla fascinazione dell’artista per il sapere tecnico-scientifico per riprodurre un’esperienza sensoriale unica.

Il percorso espositivo prende le mosse a partire dall’opera Ermeneuti che il critico Tomaso Trini ha chiamato “I Corni del Dilemma”. Citando Trini “Le sue sculture sonore producono ascolto. (…) (Gli Ermeneuti, ndr) invece di produrli, accolgono i suoni dello spazio. Come non vedere che sono le protesi uditive dell’ambiente, le trombe auricolari dell’aria? È all’inaudibile formicolio dei rumori del mondo, incapace di silenzio, che noi poniamo orecchio. Col risultato di tradurre l’esteriorità circostante nell’esperienza di un’interiorità circospetta.”
È un momento di “ascolto altro” che prosegue in mostra con uno “sguardo altro” in cui vengono esposte alcune sperimentazioni che Piero Fogliati dedica alla luce. Se Reale virtuale (1993) gioca con il riflesso luminoso sulle pareti di un’ampolla di vetro per generare forme immateriali, Luce solida (1971) realizza una vera e propria scultura di luce. Mentre Prisma meccanico (1992) utilizza degli schermi ruotanti per raccogliere e scomporre i raggi luminosi, Rivelatore cromocinetico (1984) impiega una fune bianca e un proiettore per creare un’aura colorata, cangiante a seconda dell’ampiezza dell’oscillazione della corda. Al movimento è dedicata anche l’opera Euritmia evoluente (1970), dove un anello arancione sospeso si muove come fosse dotato di vita propria.
Il percorso de La città fantastica prosegue con Macchina che respira (1990). L’opera, composta da un corpo premente-aspirante e due tubi, che sfrutta il movimento di un cilindro compressore provoca la fuoriuscita di aria e simula il respiro lento e ritmico del macchinario.
L’esposizione si conclude con una serie di opere legate al suono. Concerto di Latomie (1989) è la realizzazione di un’opera pensata per la sonorizzazione delle acque dei fiumi e dei laghi. Il suono è al centro di lavori come Fleximofono (1971), una composizione di molle d’acciaio che interagendo con i rumori urbani o del vento generano vere e proprie sinfonie, o Anemofono (1968), esposto alla Biennale di Venezia del 1978, che sonorizza il rumore del vento attraverso l’azione di pale rotanti tonde e quadrangolari.

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