L’artista da alcuni anni esplora le atmosfere e le “temperature” dei luoghi, indagando i contesti spazio/temporali in cui le relazioni umane e non umane si sviluppano e puntando i riflettori sulle influenze reciproche tra emozioni e luoghi. Il progetto site-specific sviluppato per Casa Zegna si concentra sulle trasformazioni atmosferiche e attinge alle peculiarità dello spazio per costruire una riflessione dedicata al legame tra mutamenti climatici e ambientali e temperamenti di coloro che li sperimentano.
Il titolo e sottotitolo della mostra ATMOSFERICA. Stagioni e temperamenti raccontano la volontà di indagare le modalità in cui si forma l’affettività umana in relazione all’ambiente che ci circonda, e come l’impatto di uno sviluppo non sostenibile, che ne altera ritmi ed equilibri, si riflette anche sulla nostra sfera percettiva ed emotiva.
L’esposizione prende vita nell’ex giardino d’inverno di Casa Zegna, ambiente completamente vetrato dove la luce cambia a seconda dell’orario e del momento dell’anno e dove il condizionamento artificiale della temperatura è ridotto ai minimi termini. Lo spazio, che offre una simbiosi quasi totale con il paesaggio montano circostante, si trasforma con ATMOSFERICA in un organismo vivente che cambia con il passare delle stagioni attraverso l’uso attento del tessuto, elemento su cui si fonda la rispettosa collaborazione tra Zegna e l’ambiente.
L’opera di Rebecca Moccia concepisce due diverse atmosfere ambientali in tessuto, che si susseguono nel tempo producendo così un mutamento sostanziale dello spazio, tra periodo caldo (tra primavera ed estate) e freddo (tra autunno e inverno), restituito in maniera visiva e tattile. I due diversi momenti vengono scanditi dall’uso da parte dell’artista di materiali opposti che disperdono o trattengono il calore, consentono o impediscono il passaggio della luce, ammorbidiscono o acuiscono gli effetti sonori che si diramano nello spazio per vestire l’architettura di Casa Zegna. Il passaggio delle temperature è enfatizzato anche attraverso l’uso di colori freddi per la stagione estiva e di colori caldi per quella invernale.
I tessuti modellano l’ambiente anche attraverso moduli di forme scultoree che disegnano zone intime e spazi in cui sostare. Le opere sono affiancate da arazzi tessuti a mano e termografie intrecciate realizzate in collaborazione con il laboratorio di Manifattura Tessile della Comunità di San Patrignano che restituiscono simbolicamente il rapporto fisico tra luoghi, corpi e temperature.
Completa il progetto espositivo l’installazione multi-canale riprodotta a monitor, che restituisce una selezione di primi piani di mani raccolti da Rebecca Moccia nel corso delle interviste che l’artista ha realizzato nel corso delle sue ricerche sull’Oasi Zegna. Le persone che abitano o frequentano la valle e il Lanificio Zegna raccontano, attraverso i gesti e le mani, la propria realtà e professione, tratteggiando l’esperienza di cambiamento di abitudini, paesaggi e temperature che sperimentano nel loro orizzonte quotidiano.