Il tema “parola” è elemento portante della mostra che La Galleria BPER Banca dedica a Sironi. Pagine di giornale, manifesti, buste con indirizzi, scritte che attraversano le immagini: la parola è stata spesso contesto e supporto del lavoro pittorico dell’artista, una delle più alte voci del Novecento italiano.
Il progetto Mario Sironi. Solennità e tormento intende mettere in luce la grandiosità pittorica e grafica di questo maestro assoluto del primo Novecento che ha saputo rappresentare i tormenti dell’uomo in un’epoca tragica e travagliata come quella del Ventennio.
La mostra occupa integralmente gli spazi espositivi della Galleria a partire dall’ingresso, dove il visitatore si imbatte in una sorta di incipit: una litografia del 1926 raffigurante il manifesto della prima mostra del gruppo Novecento Italiano fondato da Margherita Sarfatti, di cui Sironi fu protagonista, e uno studio del logo del movimento realizzato dall’artista con la tecnica del collage nello stesso anno.
Il percorso espositivo riunisce opere rappresentative delle attività che caratterizzano l’esperienza artistica di Sironi, come l’arte pubblica e la pittura murale, la scenografica, la pittura da cavalletto, l’illustrazione, il disegno e il collage. Allo stesso tempo, la selezione presenta le principali tematiche che si possono riscontrare nella produzione dell’artista, come la figura umana, con l’olio su tela dal titolo Figure del 1930 della Collezione BPER Banca, da cui è tratta l’immagine guida della mostra. Non mancano le nature morte con lavori come la celebre Natura morta con tazza blu della Collezione Augusto e Francesca Giovanardi, in cui Sironi dimostra di guardare non soltanto al passato, ma anche ai suoi contemporanei, e le composizioni con una tempera su carta del 1956 denominata Personaggio e alcuni esempi delle sue Moltiplicazioni, paesaggi o scene con figure organizzati in settori, assecondando una tendenza multicentrica che aveva caratterizzato l’impianto architettonico di molte decorazioni murali. Gli apprezzati paesaggi urbani sono presenti con opere emblematiche come Il gasometro (1943), Periferia con aereo (1918) e Porto, paesaggio urbano e figura (1920), per realizzare i quali spesso ricorreva alla tecnica del collage. I lavori preparatori su supporti occasionali sono rappresentati da opere come il Mosè su carta di giornale del 1933, è noto infatti come Sironi disegnasse su ogni supporto a sua disposizione, dalle buste ai retri puliti delle lettere, fino ai fogli dei quotidiani. A tutti questi capolavori, si aggiungono opere dedicate all’illustrazione come il Manifesto dell’Ausstellung Italienische Maler di Zurigo del 1927.
Proseguendo nel percorso, si trovano i bozzetti e gli studi per le decorazioni che, raggruppati su un’unica parete, costruiscono un effetto wunderkammer e conducono al culmine della mostra, dove la monumentale Allegoria del lavoro (1932-1933), uno dei principali esempi del suo impegno nella produzione di opere di destinazione pubblica, campeggia sulla parete di fondo.