La mostra Form Form SuperForm propone un percorso retrospettivo non lineare attraverso temi chiave della pratica di Bayrle come il consumismo, la produzione in serie, il potere, l’economia e la fede, in stretta connessione con la sede dell’ex fabbrica FIAT del Lingotto che ospita il progetto.
Artista della generazione del dopoguerra in Germania, dagli anni Sessanta Thomas Bayrle osserva i processi di trasformazione della società evidenziando nelle sue opere il rapporto di interdipendenza tra azione individuale e collettività. Pur dialogando con i principali movimenti artistici all’inizio della sua carriera, dalla Pop Art all’Op Art al Concettuale, Bayrle ha sempre portato avanti una posizione autonoma, al di fuori di ogni classificazione. Le sue opere sono caratterizzate da immaginari ironici e pop e dalla sperimentazione di media, materiali e tecniche molto diverse tra loro. Fortemente influenzato dalle sue prime esperienze lavorative come tessitore industriale, Bayrle ha riconosciuto il principio di ripetizione come fondamentale chiave di lettura delle dinamiche che coinvolgono l’individuo e il suo agire.
La mostra prende il titolo dalle sue celebri “”superforme””, complessi pattern realizzati da Bayrle a partire dalla ripetizione di unità, di persone, prodotti o meccanismi, con cui negli anni Sessanta ha anticipato il linguaggio digitale del pixel. Attraverso di esse l’artista ha messo in relazione la religione con il consumismo, la fabbrica fordista con le chiese gotiche, il capitalismo con Mao Tse Tung, i processi del corpo umano con i pistoni dei motori, le autostrade con i flussi finanziari.
In una fascinazione che già dagli anni Settanta ha portato Bayrle a guardare alla Fiat come fonte d’ispirazione per il suo lavoro, l’ex fabbrica del Lingotto rappresenta oggi un luogo simbolico per accogliere la mostra Form Form SuperForm. Nello sguardo dell’artista, la modernità della fabbrica di automobili FIAT riecheggia con la costruzione di icone e desideri nella società del consumo, ma anche con le dinamiche produttive che dal dopoguerra hanno dato forma al mondo di oggi.
L’esposizione fa parte del programma espositivo della Pinacoteca Agnelli, che comprende progetti monografici dedicati ad artiste e artisti contemporanei, attraverso percorsi in grado di aprire nuove letture della storia dell’arte in relazione alle pratiche artistiche del presente.