“DESPAIR of a Cannibal Soul (a prologue)” è il nuovo progetto site-specific realizzato dal gruppo MRZB presso la vetrina di Corso Umberto, mentre prosegue in una veste aggiornata il progetto allestitivo ed editoriale “Iperromantico”, di Palazzo Bronzo, visibile negli spazi di Platea Project in via Maddalena 3.
“DESPAIR of a Cannibal Soul (a prologue)” è un’installazione multimediale e polimaterica in cui si accumulano feticci, ispirazioni, opere inedite, tele, collage e testi scritti. Questo groviglio di oggetti funziona come preludio, una sorta di spin off, a un progetto filmico più ampio a cui il collettivo sta lavorando. Artefatti fittizi di un personaggio illusorio, i lavori presentati
sono parte della produzione di un’opera para-cinematografica pulp e neo-noir che, sviluppandosi a partire dal formato del film, ne riproduce, decostruisce e comprime le fasi di ideazione, realizzazione e messa in scena.
MRZB lavora su tematiche come la marginalità e la cultura underground, attraverso un’estetica che guarda a diverse sottoculture dal trash, al gotico, passando anche per il glam e l’hardcore, attingendo dai linguaggi del cinema, della moda e della letteratura. Il nome scelto per identificare il gruppo concentra le consonanti di “Merzbau”, celebre progetto ambientale
d’avanguardia a cui l’artista tedesco Kurt Schwitters lavorò praticamente per tutta la sua vita dal 1923 al 1948, accumulando oggetti e opere per la propria casa-studio, e indica quindi una certa vocazione all’assemblaggio come pratica espressiva, di oggetti ma anche di idee e competenze. Lo stesso collettivo, dal 2020 lavora presso uno studio-spazio espositivo a Torino,
realizzato accumulando oggetti di diversa natura, recuperati da ogni dove, in un’area industriale nella periferia della città conosciuta come Baraccopoli Lungo Stura Lazio: un’opera d’arte in sé che ne poteva contenere molteplici a seconda del progetto in corso. Uno scenario post-apocalittico, che ricorda una discarica e rievoca il declino della società dei consumi, dove MRZB ha ambientato diversi lavori video ispirati alle logiche della narrazione filmica.
“”FARE COLLETTIVO””, pensato su base annuale, va a scandagliare la sfera della produzione artistica collettiva, in alternativa alla creazione singolarmente autoriale che caratterizza la maggior parte della creatività contemporanea.