Dal 14 dicembre 2024 all’11 maggio 2025, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ospita la mostra Margherita Manzelli. Le signorine, a cura di Stefano Collicelli Cagol. L’esposizione, realizzata con il supporto di Intesa Sanpaolo come Partner, raccoglie una selezione di opere dell’artista dagli anni ’90 a oggi, inclusi disegni e nuovi lavori, uno dei quali trae ispirazione dalla Cattedrale di Santo Stefano, simbolo di Prato.
Il titolo della mostra richiama i personaggi femminili che popolano i dipinti di Manzelli: figure androgine, indipendenti e senza tempo che sfidano le convenzioni tradizionali. Le signorine rivendicano autonomia e rifiutano ruoli familiari imposti, incarnando un ideale di forza e vulnerabilità.
La pratica artistica di Margherita Manzelli combina pittura, azione e scrittura, sviluppando una ricerca unica nel panorama contemporaneo italiano. Fin dagli anni ’90, l’artista ha esplorato il corpo femminile come veicolo di indagine visionaria, sfidando i confini dei generi pittorici e mettendo in discussione la rappresentazione tradizionale del corpo femminile nell’arte.
Le signorine, spesso nude o seminude, emergono in scenari astratti: sfondi geometrici, motivi floreali o campiture monocromatiche che riflettono tensioni psicologiche ed emotive. Manzelli fonde soggetto e contesto, utilizzando i colori dello sfondo per definire i tratti somatici delle sue figure, creando un dialogo continuo tra forma e ambiente.
La testa è l’elemento centrale delle opere di Manzelli, punto di partenza per dare forma alle sue ossessioni e raccontare emozioni e storie. Nei disegni in mostra, la testa emerge da campi bianchi, sintetizzando fragilità e resilienza umana, un tema amplificato dall’esperienza globale della pandemia.
La città di Prato, nota per la sua tradizione tessile, si intreccia simbolicamente con le opere di Manzelli, dove i motivi tessili diventano metafore dell’interiorità e della pressione esterna sui soggetti rappresentati. I tessuti sono sia espressione del sé che elemento oppressivo, un destino che preme e trasforma.